L’ACCENTO nella LINGUA ITALIANA: Tonico e Grafico – Quando si usa? Come si usa?

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme! - Ein Podcast von Graziana Filomeno - italiano online

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In questa lezione parleremo di un argomento molto importante ed interessante, non solo per chi impara l’italiano come lingua straniera, ma anche per i madrelingua stessi! Si tratta di un argomento che in genere viene insegnato alle scuole elementari, ma che poi non viene più ripreso, perché viene dato per scontato. Sto parlando dell’ACCENTO! In questa lezione vedremo tutti i tipi di accento che esistono in italiano e come usarli correttamente!    L'italiano e i suoi accenti Ebbene, forse alcuni di voi non lo sanno, ma gli italiani sono i primi a fare spesso errori quando si tratta di accenti. Per questo è importante conoscerli bene e imparare ad utilizzarli sempre correttamente se si vuole dimostrare di avere una buona padronanza della lingua italiana.   Accenti e dove trovarli Una prima regola fondamentale che tutti devono sapere è che in italiano l’accento può cadere solo sulle vocali (e mai sulle consonanti). Detto questo, bisogna sapere che l’accento si suddivide in due tipologie:   accento tonico;   accento grafico.   L’accento tonico è la messa in rilievo di una specifica sillaba, quindi è quello che SI SENTE.   L’accento grafico, invece, è il segno che si pone sopra alla vocale accentata nello scritto, quindi è quello che SI VEDE.   L'accento tonico In italiano tutte le parole hanno un accento tonico, ovvero in tutte le parole l’accento cade su una sillaba, mentre solo alcune parole hanno l’accento grafico (in particolare, hanno l’accento grafico le parole TRONCHE, ovvero quelle in cui l’accento tonico cade sull’ultima sillaba, come: perché, caffè, più, già, ecc.).   Attenzione però! Non tutte le parole tronche hanno un accento grafico: vi sono infatti moltissimi monosillabi (parole con una sola sillaba) che non hanno alcun accento grafico! È il caso di tutte le preposizioni semplici (di, a, da, in, con, su, per, tra, fra) o parole come me, te, no, non, ecc. Infine, va detto che vi sono anche alcune parole tronche che hanno l’apostrofo al posto dell’accento. In questi casi, l’apostrofo indica la caduta di una parte della parola: è il caso di po’ da poco, be’ da bene, va’ da vai, di’ da dici e così via.   L'accento grafico Ma torniamo all’accento grafico, il quale, a sua volta, può essere di due tipi: - acuto (va verso l’alto, lo troviamo in parole come sé, perché, affinché, poiché, eccetera; indica che la E accentata va pronunciata CHIUSA)   - grave (va verso il basso, lo troviamo in parole come tè, caffè, è, eccetera; indica che la E accentata va pronunciata APERTA)   Ad ogni modo, come abbiamo accennato, tutte le parole hanno un accento tonico, anche se non è rappresentato graficamente. Questo significa che, se vogliamo pronunciare correttamente le parole italiane, dobbiamo sapere dove cade l’accento! E non si tratta affatto di un compito semplice, perché quando una parola non possiede accento grafico, non è indicato in nessun modo dove cada l’accento tonico, dobbiamo semplicemente saperlo… oppure cercarla in un dizionario!   Un accento, ma tante parole A questo punto, va detto che in italiano le parole si possono dividere in gruppi a seconda della posizione in cui cade l’accento tonico. Avremo quindi parole: - Tronche Quando l’accento tonico cade sull’ultima sillaba (questo è l’unico caso in cui l’accento viene rappresentato anche graficamente). Ad esempio, sono tronche parole come: caffè, poiché, né…   - Piane Quando l’accento cade sulla penultima sillaba. Ad esempio, sono parole piane: matita, cartella, divano, gattino, televisione, mattiniero, mai,

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